Europa vs Stati Uniti: riaccendiamo i motori dopo la pandemia di Covid-19

La pandemia di Covid-19 ha segnato negativamente il rendimento delle flotte aziendali dei primi mesi del 2020. C’è chi parla di ombre inquietanti anche sulla prima parte del 2021 - come l’economista dell’FMI - e chi spinge per una ripresa economica che sia all’insegna dell’innovazione tecnologica.
Come può un fleet manager o il proprietario di un parco veicolare favorire la ripresa economica della flotta aziendale? Scopriamolo insieme.

Flotte aziendali europee vs flotte statunitensi in tempi di Covid-19

Secondo un’indagine condotta sull’andamento delle flotte aziendali durante la pandemia di Covid-19, analizzando le sole ore di guida dei veicoli impiegati in questi mesi è possibile determinare che c’è una netta differenza tra quanto fatto in Europa e quanto negli Stati Uniti.

Tra febbraio e aprile 2020, nei paesi europei il traffico medio giornaliero passa da 145.000 a meno di 100.000 veicoli; nello stesso periodo, il dato relativo ai mezzi delle flotte statunitensi rileva una diminuzione sicuramente meno drastica, per un passaggio da 635.000 a 575.000 veicoli.

A partire da aprile, secondo l’analisi delle ore di guida dei veicoli tracciati, le flotte europee hanno subito una contrazione del 50%, diversamente da quelle statunitensi che non hanno subito grosse contrazioni.

Quali sono i paesi europei che hanno registrato maggiori riduzioni di tempi di guida? Francia (- 57%), Gran Bretagna (-54,6%) e Spagna (- 54,4%); seguono poi: Irlanda (- 40%), Portogallo (- 39,3%), Italia (- 38,8%) e Germania (- 11,3%).

Simile differenza tra USA ed Europa anche circa i proprietari di flotte che hanno tenuto fermi i loro veicoli: in Europa il 24%, negli Stati Uniti solo l’8%.

Per fortuna, da maggio la situazione per le flotte europee sembra migliorare: Francia e Germania sembrano essersi riprese quasi del tutto, l’Italia e la Spagna rilevano qualche miglioramento.

Riaccendere i motori delle flotte all’insegna dell’innovazione tecnologica

L'emergenza sanitaria ha generato una crisi che Gita Gopinath, capo economista statunitense del Fondo Monetario Internazionale, ha definito senza precedenti; forse peggiore di quella finanziaria del 2009, che lascia ombre inquietanti anche sulla prima parte del 2021.

Il rapporto sull’economia globale pubblicato dal Fondo Monetario Internazionale mostra quanto la crisi provocata dalla pandemia impatti negativamente sul PIL di ogni singola nazione. A livello globale è di certo l’occidente ad avere la peggio. Si stima che l’Eurozona perderà il 7,5% e l’Italia presenterà un dato peggiore della media UE, con un - 9,1% sul PIL nazionale.

Le problematiche generate dalla pandemia di Covid-19 spingono le aziende a fare qualcosa, ad agire per favorire la ripresa economica del proprio business; ad ottimizzare procedure che oggi più di ieri necessitano di un cambiamento.

Ma come è possibile attuare questo cambiamento?

Le flotte aziendali devono adattarsi e innovarsi; innovarsi di traduce in investire, rivedere le strategie aziendali, puntare all’acquisto di strumenti che possano agevolare l’attività lavorativa quotidiana, determinando una riduzione dei tempi e dei costi di lavoro.

Fleet: l’innovazione che traina la ripresa economica delle flotte

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